Monteluco rientra a pieno titolo tra le tappe del Cammino di San Francesco, un viaggio senza tempo attraverso gli eremi, i santuari, le antiche foreste e le città medievali che ispirarono l'amore del Santo d'Assisi per la natura e per tutte le sue creature.
Nel 1218, infatti, il Santo ottenne dai monaci eremiti del Monteluco la cappella di Santa Caterina, dove oggi sorge il Santuario Francescano sulla vetta dell'omonimo monte, circondato e quasi nascosto da una folta boscaglia di antichi lecci.
La chiesa, dedicata a san Francesco e a santa Caterina, conserva ancora le minuscole cellette e la pietra utilizzata dal santo come giaciglio. Nel ‘bosco sacro’ è ancora possibile visitare le grotte dove hanno soggiornato alcuni santi.
Molti religiosi si ritirarono sul monte per vivere più spiritualmente la Regola: in modo particolare il beato Francesco da Pavia, che qui morì il 16 agosto 1454; il beato Egidio d'Assisi, il beato Paoluccio Trinci, San Bernardino da Siena, San Bonaventura, Sant'Antonio di Padova. L'arcivescovo di Spoleto Giovanni Maria Mastai-Ferretti, futuro Papa Pio IX, fece parte della fraternità del Terz'Ordine Francescano di Monteluco.
Il Santuario è aperto tutto l'anno (9.00/12.00 - 15.00/18.00).
LA VIA DI FRANCESCO:
La Via di Francesco è un itinerario a piedi, in bicicletta e a cavallo che collega tra loro alcuni luoghi che testimoniano della vita e della predicazione del Santo di Assisi; un cammino di pellegrinaggio, che intende riproporre l'esperienza francescana nelle terre che il Poverello ha calcato nelle sue itineranze.
Proprio nell'aderenza alla storia di Francesco la Via trova la sua plausibilità e il suo fascino: i paesaggi sui quali l'occhio del pellegrino si posa sono i medesimi che hanno rallegrato il cuore semplice di Francesco; le località di tappa conservano la memoria delle sue parole e delle sue gesta.
L'Umbria è rimasta, nonostante tutto, la terra di Francesco, nutrita di una spiritualità che parla di amore per le piccole cose, di rispetto e gratitudine per il creato, di accoglienza generosa dell'altro, chiunque egli sia.
Camminare lungo la Via di Francesco, costituisce un autentico cammino dello spirito, che viene incontro al desiderio dell'uomo, anche dell'uomo d'oggi, di ricercare nelle profondità di se stesso il senso della propria esistenza.
La figura di Francesco, che giganteggia in Assisi, meta del cammino, accompagna in realtà per tutto il percorso, parlando alla mente e al cuore del viandante della possibilità di condurre la vita quotidiana in piena armonia con il mondo, con l'uomo e con Dio.
È un'arte di vivere preziosa, che è il più autentico frutto del cammino verso Assisi: un regalo che l'Umbria di Francesco è capace di fare al pellegrino, come ad ogni persona che le si accosti con l'animo aperto.
INDICAZIONI PER IL CAMMINO DI SAN FRANCESCO ATTRAVERSO MONTELUCO:
Via di Francesco - Via del Sud da Roma ad Assisi
Tappa 10 - Da Ceselli a Spoleto
Da Ceselli a Spoleto, in salita passando dall'Eremo di Monteluco e camminando nel Bosco Sacro.
Una tappa impegnativa di 17 km tra le più belle della Via di San Francesco.
Dalla stretta e verde Valle del Fiume Nera si passa alla soleggiata valle spoletana, per raggiungere Spoleto, città d’arte con la sua magnifica cattedrale, dove è conservata la lettera autografa di Francesco d'Assisi.
Si parte da Ceselli e dopo aver attraversato la Valle di Pontuglia, inizia una lunga e impegnativa ascensione che in circa 8 km porterà al Valico di Castelmonte. In alcuni tratti la pendenza è rilevante e bisogna sempre procedere con passo lento e costante, godendo della bellezza dei boschi e degli splendidi scorci sulla Valle del Nera.
Si attraversano i vicoli del paese fantasma di Sensati.
L’arrivo nel Bosco Sacro di Monteluco, dove è l’Eremo di San Francesco, è un’anticipazione della gioia dell’arrivo ad Assisi. Il luogo è talmente carico di suggestione che merita una pausa di riflessione, e una visita alle scabre cellette del convento. Da qui fino a Spoleto si procede in discesa.
Il cammino è costellato di graziose edicole e di numerosi eremi, in origine abitati da anacoreti siriani: l'Eremo di San Girolamo, l'Eremo delle Grazie, la Chiesa di San Paolo Protoeremita. La discesa è a tratti ripida su grossi gradoni.
Al termine si giunge al Ponte delle Torri, che unisce la città al suo bosco, e si ha quasi un senso di vertigine nell'attraversarlo.
Giunti ai piedi della Rocca Albornoziana, in pochi passi si raggiunge la Cattedrale di Spoleto, con la sua magnifica facciata, qui si conserva una delle rarissime lettere autografe di San Francesco.
La città, già capitale del Ducato Longobardo, merita una visita per il ricchissimo patrimonio di arte e di monumenti.
MAPPA DEL PERCORSO